La
radioterapia intraoperatoria è una tecnica speciale che consente
di erogare una dose elevata di radiazioni durante il tempo dell'intervento
chirurgico. La possibilità di allontanare manualmente durante
l'intervento gli organi sani eventualmente interposti tra il fascio
di radiazioni ed il bersaglio consente di ridurre la tossicità;
nel contempo, la visione diretta della regione da colpire assicura
la massima precisione nella somministrazione della dose. Nell'ambito
delle moderne strategie di trattamento, il modello di integrazione
terapeutica fornito dalla IORT consente di:
a)
Rendere l'intervento chirurgico più radicale in quanto elimina
l'eventuale residuo tumorale.
b) Intensificare l'effetto antitumorale della radioterapia in quanto
permette di somministrare livelli totali di radiazione altrimenti
non raggiungibili con la sola irradiazione dall'esterno.
c) Ridurre
l'intervallo tra l'asportazione chirurgica del tumore e l'irradiazione:
tale tempo può rappresentare una condizione per lo sviluppo
e la crescita di cloni cellulari residui.
Le
esperienze iniziali con la IORT risalgono agli anni Venti, ma l'inadeguatezza
degli strumenti allora disponibili ne limitò molto l'uso.
Fino a poco tempo fa, il maggior ostacolo allo sviluppo della tecnica
e al suo impiego su vasta scala era rappresentato dal fatto che
la IORT implicava il trasferimento del paziente, anestetizzato e
con breccia chirurgica aperta, dalla sala operatoria al servizio
di radioterapia e un successivo ritorno alla stessa per il completamento
delle procedure chirurgiche, con i conseguenti problemi organizzativi,
e aumento del rischio d'infezione da parte del paziente.
Intervento
con radioterapia intraoperatoria
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