GENERALITA': COS'E' LA RADIOTERAPIA
I raggi X furono scoperti nel 1895 dal fisico tedesco Roentgen, al quale viene anche attribuita la paternità del loro primo uso diagnostico; è controverso, invece, chi per primo abbia usato la scoperta a fini terapeutici. Oggi la radioterapia trova indicazione pressochè esclusiva nella terapia dei tumori maligni.
Durante la radioterapia a fasci esterni con acceleratore lineare non vi è alcun contatto tra l'apparecchiatura operante ed il paziente il quale non avverte assolutamente nulla. Al termine della seduta giornaliera di terapia (che dura in media alcuni minuti, dipendendo dalla complessità tecnica del trattamento), il paziente non è "radioattivo", può quindi essere a contatto con chiunque senza che vi sia alcun rischio. Il paziente, nella maggior parte dei casi, dopo la terapia ritorna a casa per presentarsi all'indomani all'orario che è stato concordato. Normalmente si esegue una sola seduta (applicazione) al giorno, in qualche caso le sedute possono essere due. La terapia è condotta tutti i giorni esclusi sabato e domenica. In alcuni casi è prevista l'associazione di questa metodica con la chemioterapia antiblastica (cosiddetto trattamento radio-chemioterapico). La terapia radiante agisce esclusivamente sulla regione sede della patologia e non sull'intero corpo. Gli effetti "terapeutici" e, anche quelli non desiderati, sono, nella maggior parte dei casi localizzati alla regione trattata.
Forme tumorali diverse mostrano una differente radiosensibilità: tale termine si riferisce al la risposta della lesione alle radiazioni, in termini di entità e rapidità di regressione. I tumori possono essere classificati, indicativamente, in forme francamente radiosensibili, di sensibilità intermedia, oppure radioresistenti .

COME AGISCE LA RADIOTERAPIA?
La radioterapia oncologica è una potente modalità di cura loco-regionale per le patologie tumorali. La radioterapia sfrutta la capacità da parte delle radiazioni ionizzanti di distruggere le cellule neoplastiche che, per alcuni particolari caratteristiche, sono più sensibili di quelle sane alle radiazioni, ciò in virtù delle caratteristiche del loro ciclo cellulare. Su tale differenzia si basa il trattamento radiante ( si cerca di danneggiare il più possibile le cellule tumorali senza provocare eccessivi danni a quelle normali).
La moderna radioterapia non può prescindere dall'uso dello "stato dell'arte" della strumentazione disponibile. In tal contesto indispensabili per una terapia di qualità risultano gli acceleratori lineari ad elevata energia. Lesioni situate a profondità elevate si giovano di campi di radiazioni (fotoni o elettroni) con elevate energie nominali in grado di rilasciare dosi a profondità maggiori. Tali dispositivi consentono l'irradiazione selettiva, per quanto possibile, del tessuto malato con risparmio del tessuto circostante molto maggiore di quanto un ormai obsoleta unità di cobaltoterapia sia in grado di realizzare.
I moderni acceleratori lineari sono dotati di sistemi di controllo delle prestazioni che ne impediscono il funzionamento qualora il dispositivo non sia conforme agli standard di qualità prefissati e controllati da personale qualificato. In tal contesto, un ruolo essenziale gioca la figura dell'esperto fisico medico che costantemente monitorizza le caratteristiche del fascio di radiazioni ed effettua una serie di controlli di qualità che vengono registrati ai fini legali e per prevenire tutte le possibili cause di errore.

FINALITA' CURATIVE
Un trattamento radiante radicale o curativo mira alla cura del tumore e quindi al controllo definitivo della malattia locale di cui è nota con certezza la presenza. Analogamente ha un intento radicale o curativo l'irradiazione di aree, ad es. quelle di drenaggio linfatico, che appaiono clinicamente indenni ma che sono considerate, in quel determinato paziente, ad elevato rischio di malattia subclinica. Si parla in questo caso di irradiazione profilattica o precauzionale.
Talora la malattia neoplastica presenta caratteristiche tali da farne considerare improbabile il controllo completo e definitivo. Potrà, tuttavia, essere preso in considerazione un trattamento radiante con intento palliativo alfine di prolungare la sopravvivenza del paziente e di rallentare l'evoluzione locale della malattia con il suo negativo impatto sulla qualità della vita.

ASSOCIAZIONE RADIOTERAPIA- CHIRURGIA
Dopo sola chirurgia o sola radioterapia il problema delle recidive loco-regionali resta spesso importante. Dalla combinazione delle due modalità ci si attende un più alto tasso di controllo loco-regionale ed una migliore sopravvivenza a lungo termine.
La radioterapia può sterilizzare l'infiltrazione periferica del tumore, macroscopicamente non visibile, talora non asportata o non asportabile nel corso dell'intervento chirurgico, dalla quale prendono origine le recidive locali.. In ogni caso, appare assai importante che venga rimossa tutta la malattia macroscopicamente visibile e che venga lasciato, comunque, il minimo residuo possibile. E, infatti, noto che esiste un rapporto tra le dimensioni del tumore e la dose-volume richiesta per il suo controllo locale.
Per quanto riguarda la sequenza temporale tra chirurgia e radioterapia, quest'ultima può essere definita preoperatoria se effettuata prima dell'intervento, postoperatoria se lo segue, intraoperatoria se concomitante all'atto chirurgico.

ASSOCIAZIONE RADIOTERAPIA-CHEMIOTERAPIA
Vi sono vari protocolli che prevedono l'associazione della radioterapia con la chemioterapia somministrata contemporaneamente, precedentemente e successivamente. Vi sono inoltre per alcune patologie diversi protocolli di radio-chemioterapia pre o post operatoria.


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